Ragazze e ragazzi in Toscana: primi risultati della ricerca del Centro regionale

Oggi, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il Centro regionale diffonde i primi risultati della ricerca Essere ragazze e ragazzi in Toscana. La parola ai ragazzi e alle ragazze. Stili di vita, aspetti della vita quotidiana, relazioni e nuovi media.

L'importanza dell'indagine è stata sottolineata dall'assessore regionale a diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi, in un comunicato pubblicato sul sito della Regione Toscana, dove vengono riportati anche altri dati del Centro regionale relativi ai bambini e agli adolescenti toscani. Gli esiti della prima fase di Essere ragazze e ragazzi in Toscana sono stati presentati durante la Prima Conferenza regionale sull'infanzia e l'adolescenza, che si è svolta il 20 novembre 2014 all'Istituto degli Innocenti.

La ricerca è stata realizzata dal Centro regionale su più di 10.000 ragazzi e ragazze e ha previsto il coinvolgimento di circa 250 scuole secondarie di primo e secondo grado.

Di seguito si presentano alcuni risultati.

Le relazioni familiari e tra pari. Una base sicura. I dati dell'indagine rivelano che i ragazzi sono inseriti in reti relazionali estese e rassicuranti. Circa l'80% dei ragazzi parla di una rete composta da vari amici; non si riscontrano differenze tra preadolescenti e adolescenti, né tra maschi e femmine. Alcune differenze, invece, emergono quando si distingue tra gli adolescenti nati in Italia e gli adolescenti nati all'estero (la percentuale di ragazzi che dichiara di avere diversi amici a cui si sente vicino scende dall'82% di quelli nati in Italia al 70% dei nati all'estero). Il 6% di questi ultimi dichiara di non avere alcun amico (gli adolescenti nati in Italia che non hanno amici sono l'1,3%). Anche per quanto riguarda le relazioni familiari, gli studenti intervistati si dichiarano globalmente soddisfatti, con un lieve peggioramento per gli adolescenti, che comunque hanno in larga parte (intorno al 90%) un rapporto positivo con i genitori. Le risposte configurano tendenze che confermano che c’è una maggiore vicinanza con i genitori dello stesso sesso, soprattutto quando si tratta di affrontare tematiche sessuali.

La fiducia nelle istituzioni. Più si cresce più aumenta la distanza. In questo ambito si riscontra un clima generale di sfiducia, accentuato nelle fasce adolescenziali e tra gli adolescenti nati all'estero, i quali si mostrano, su tutti gli aspetti, più critici dei ragazzi nati in Italia.
Le istituzioni verso le quali i ragazzi nutrono più sfiducia sono i politici e i partiti che, tra gli adolescenti, non raggiungono nemmeno il 10% dei consensi, seguiti da magistrati e sindacalisti. Gli insegnanti, invece, superano quote del 70% di fiducia tra i preadolescenti per scendere a poco oltre il 50% negli adolescenti. Lievemente diversa è la “classifica” stilata dai preadolescenti, che rimangono piuttosto critici rispetto a partiti, politici, magistrati, sindacalisti, ma si mostrano più ottimisti rispetto ad esempio alla Regione Toscana, alla Chiesa, ai giornali e alla televisione. Rimane forte e indiscussa la fiducia negli scienziati.

Le opportunità di accesso a beni e servizi. Bene per i ragazzi e le ragazze nati in Toscana, maggiori difficoltà per i nati all'estero. Le corrette abitudine alimentari (tre pasti al giorno e una dieta adeguatamente variata) sono più diffuse tra i ragazzi delle secondarie di secondo grado. Particolarmente penalizzati nel consumo di tre pasti al giorno risultano i preadolescenti nati all'estero: il 15% a fronte del 7% dei nati in Italia alla secondaria di primo grado; il 16% a fronte del 5% dei nati in Italia alla secondaria di secondo grado.
La disponibilità di quanto necessario per fruire di un tempo di gioco e svago di qualità risulta su incidenze analoghe tra i preadolescenti e i ragazzi delle secondarie di secondo grado. Tra i generi emerge un forte squilibrio nell'accesso ai libri adatti all'età: ne restano esclusi poco meno del 30% dei maschi a fronte di poco più del 15% delle femmine. Anche in questo ambito i nati all'estero sono svantaggiati, con un picco nella frequenza di attività ricreative regolari precluse al 40% degli stessi contro il 20% dei nati in Italia.