Bambini e ragazzi in Toscana, i dati del "Profilo sociale regionale"

La popolazione toscana invecchia e il ricambio generazionale è assicurato soltanto dall'immigrazione. Crescono le famiglie unipersonali e quelle monogenitore. È questo il quadro demografico che emerge dal Profilo sociale regionale 2015, presentato il 14 aprile scorso a Firenze, nella Sala Pegaso di Palazzo Sacrati Strozzi, durante il convegno Strumenti per la programmazione sociale e sociosanitaria. Il Profilo sociale regionale 2015.

La pubblicazione, curata dall'Osservatorio sociale regionale, rappresenta il compendio e la messa a sistema delle informazioni e dei lavori conoscitivi che l'Osservatorio e gli altri organismi, istituti e agenzie regionali (Osservatorio scolastico, Osservatorio sul mercato del lavoro, Irpet, Ars, Istituto degli Innocenti, ecc.) hanno nel tempo prodotto sui vari argomenti di rilevanza sociale.

Il rapporto, illustrato da rappresentanti della Regione Toscana e dell'Osservatorio sociale regionale, contiene dati sui minori e i giovani, sulla disabilità, sugli stranieri, sulla povertà e l'esclusione sociale e molti altri aspetti. Vediamone alcuni che riguardano, in particolare, i bambini e gli adolescenti.

I minori residenti in Toscana sono 574.725 (il 15% della popolazione regionale, dato leggermente inferiore rispetto al quadro medio nazionale).

Nell'anno 2014/2015 sono attivi nella regione 1.005 servizi educativi per l'infanzia, presenti in circa 3/4 dei comuni toscani. Gli asili nido coprono l'82% dei servizi, che per il resto sono composti da servizi integrativi. Negli ultimi 4 anni la Toscana ha centrato e poi mantenuto l'obiettivo di Lisbona del 33% di copertura dei servizi.

Il livello di partecipazione al sistema di istruzione e formazione è ben al di sopra della media italiana (tra le più basse in Europa), e segnala valori quasi in linea con il dato europeo, pur dovendo migliorare sul versante della partecipazione universitaria. I giovani 15-19enni toscani iscritti all'istruzione superiore o al sistema di obbligo formativo sono l'88%. In calo gli abbandoni (13,8%, dato leggermente migliore della media nazionale ma ancora inferiore all'obiettivo del 10% fissato dalla Strategia Europa 2020). Crescono invece i ritardi scolastici: nell'anno scolastico 2012/2013 era in ritardo sul regolare ciclo di studi il 15% degli studenti.

I bambini e i ragazzi stranieri inseriti nel sistema educativo e scolastico regionale sono circa 68.000, di cui 52.000 nel percorso scolastico (oltre uno studente su 10 è straniero). Ormai quasi il 60% degli studenti stranieri è nato in Italia e cominciano a ridursi gli svantaggi di partenza (performance e ritardi scolastici), che restano però rilevanti per le prime generazioni.

In tema di interventi sociali e socio-assistenziali per bambini, ragazzi e famiglie, la Regione svolge un costante monitoraggio anche attraverso il lavoro del Centro regionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza.

Per quanto riguarda gli interventi per i minori in famiglia si registra un aumento di quelli seguiti dall'autorità giudiziaria in collaborazione con i servizi sociali, sia in materia civile e amministrativa, sia in materia penale. Aumenta anche l'emersione dei casi di maltrattamento in famiglia (+641 casi segnalati dal 2006). La violenza assistita coinvolge nel 2014 968 minori in carico ai servizi. Il numero di minori vittime di abusi sessuali, che in quasi 6 casi su 10 avvengono in famiglia, è costante nel tempo (179 casi nel 2014 contro 201 nel 2006).

Dai dati che riguardano gli interventi per i bambini e i ragazzi fuori famiglia emerge la complessiva diminuzione del numero di questi minori: si passa infatti dalle 2.341 unità del 2006 alle 1.996 del 2014. Nel 2014 i minori accolti in strutture residenziali sono 792, mentre quelli accolti in affido sono 1.204.