Per una scuola inclusiva

Supplemento alla Rassegna bibliografica 3/2017

Il percorso tematico, pubblicato online sul Supplemento alla Rassegna bibliografica 3/2017, affronta il tema dell’inclusione in ambito educativo.

Come scrive Maurizio Parente, pedagogista, autore del percorso di lettura: «L’educazione inclusiva implica pensare una società senza esclusività né esclusi e un sistema educativo in grado di accogliere tutti i bambini e allontanare qualsiasi forma di discriminazione nel percorso di istruzione formale, favorendone l’apprendimento e il pieno sviluppo insieme ai coetanei; un sistema in grado di valorizzare al meglio ogni singolo alunno/a secondo le potenzialità di ciascuno/a, che contribuisca ad accrescere il bagaglio di conoscenze dei bambini e fornisca loro strumenti utili per comprendere la realtà e partecipare attivamente alla vita della comunità; di stimolare competenze emotive e relazionali attraverso il confronto con la diversità, che è parte integrante del nostro mondo. […] una scuola che opera per l’inclusione è una scuola impegnata sul riconoscimento dei diritti e della pari dignità e, per questo, proiettata verso la costruzione di una società accogliente e aperta».

Nel contributo si ripercorrono le tappe che, a partire dalle politiche di integrazione scolastica degli anni ʼ70 indirizzate agli alunni con disabilità, giungono al riconoscimento delle differenze tra gli alunni (ognuno con i propri “bisogni speciali”), poste alla base di una reale inclusione scolastica. Ampio spazio di approfondimento è riservato, nel contributo, alle Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori dalla famiglia di origine del Miur, recentemente pubblicate, che si prefiggono di garantire pari opportunità nell’istruzione per tutti i soggetti minori di età che si trovano, per ragioni diverse, fuori dalla famiglia di origine (compresi i minori stranieri non accompagnati).

Nel tracciare un percorso filmografico sul tema dell’integrazione scolastica e dell’inclusione delle diversità, Anna Antonini, studiosa di cinema, individua tre linee narrative dominanti attraverso le quali il linguaggio cinematografico ha trattato l’argomento: 1) il punto di vista dell’adulto, sia esso insegnante, educatore o genitore; 2) lo sguardo dei minori di età, le loro relazioni con i coetanei o con le persone che si prendono cura di loro; 3) la trasposizioni in immagini della biografia di personalità che hanno dedicato la vita alla pedagogia, come don Milani, Maria Montessori, don Sardelli.

A partire dal cinema di Truffaut, che rappresenta un modello di riferimento a cui i registi continuano a guardare non solo per rappresentare la disabilità ma per rappresentare i bambini e i ragazzi in relazione con il mondo adulto, il saggio analizza alcune pellicole che raccontano le diversità, il razzismo, le storie di emigrazione (Fratelli d’Italia, La forma della voce, Una volta nella vita) per approdare alla descrizione di alcune pellicole cinematografiche dove la scuola e il diritto allo studio sono posti a fondamento di una riflessione sull’inclusione e la tolleranza per la costruzione di una società più sana, solida e senza paura (Sotto il Celio Azzurro, Non uno di meno, Vado a scuola, Il sole dentro).

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