L'accoglienza di tipo semiresidenziale in Toscana

Il lavoro educativo e sociale svolto nei contesti di accoglienza diurna costituisce un ambito di lavoro a sostegno delle famiglie e dei ragazzi tanto importante quanto forse non pienamente conosciuto e valorizzato.Eppure è una componente essenziale nell’insieme degli interventi funzionali al superamento di una condizione di disagio dei minori e di prevenzione di un possibile allontanamento dalla famiglia.

Su questo spaccato di servizi è stata realizzata dal Centro regionale un'indagine mirata allo scopo di approfondire le caratteristiche del lavoro svolto e degli utenti accolti.

Le attività di accoglienza di tipo semiresidenziale sono garantite in Toscana da una rete di soggetti attivi e riconosciuti del sistema integrato dei servizi della nostra regione, che ammonta ad una quarantina di strutture.

Dal monitoraggio con le Zone/Sds sappiamo che tale rete, nel suo complesso, al 31/12/2013 ha accolto 718 minori, di cui 256, pari al 36% del totale, di cittadinanza straniera, benché i flussi e le diverse modalità di frequenza coinvolgano, nella prospettiva annuale, numeri ben più consistenti di bambini e ragazzi.

Le tavole statistiche aggiornate sono disponibili nella sezione Statistiche: Numeri Toscana/Accoglienza semiresidenziale.

Alla ricerca hanno partecipato attivamente 39 strutture, molte delle quali hanno collaborato anche fornendo contributi di approfondimento su specifici ambiti di lavoro che arricchiscono l’indagine con l’apporto e il punto di vista esperto degli operatori.

I risultati della ricerca sono raccolti nel volume "L’accoglienza semiresidenziale in Toscana", pubblicato nella collana Infanzia Adolescenza Famiglia del Centro Regionale.

Ciò che in sintesi emerge, sia da questa ricerca che da altri approfondimenti realizzati dal Centro Regionale che da anni monitora il fenomeno, è che il sistema rappresentato dalle strutture semiresidenziali riconosciute secondo il modello regionale sostanzialmente tiene in un sistema da tempo consolidato, ma che su di esso non si sta investendo per rispondere al pur crescente bisogno di intervento a sostegno di ragazzi e famiglie; bisogno per il quale si stanno sviluppando forme di intervento diversificate, più “leggere”, meno complesse e del resto anche più sinergiche nella prospettiva del lavoro di rete (per esempio attraverso una stretta collaborazione con la scuola).

Questo passaggio è in atto non solo in quei contesti dove tradizionalmente la rete delle strutture semiresidenziali non era presente (altro aspetto che emerge dalla rilevazione è la forte disomogeneità di distribuzione territoriale di tali servizi) ma anche in quei contesti dove pure il sistema dei centri diurni era ben radicato.

Quella che abbiamo davanti è quindi una realtà in trasformazione in cui il sistema sta lavorando per individuare modalità innovative e più flessibili in una prospettiva che richiede tuttavia uno sforzo ulteriore per comprendere meglio come cogliere flussi, attività e qualità dei servizi offerti.

Sullo stesso tema il Centro regionale aveva già svolto un approfondimento pubblicato nel Report Il quadro toscano degli interventi sociali per bambini, ragazzi e famiglie. I dati del triennio 2009-2011, in collaborazione con le zone sociosanitarie e società della salute toscane (pp. 15-31)

L'anagrafica completa delle strutture monitorate è disponibile nella sezione Servizi Territoriali

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