Nuove linee guida per ‘Mamma segreta’, più tutela per madre e bambino

ragazza madre seduta su un prato usata per presentare il progetto mamma segreta della Regione Toscana

Mamma segreta’, il progetto toscano per i parti in anonimato e il sostegno a madri e nascituri, compie ventiquattro anni e si rinnova: la Giunta della Regione Toscana ha approvato nuove linee di indirizzo che semplificano alcune procedure, rafforzano i percorsi di sostegno e si adeguano ai nuovi indirizzi giurisprudenziali.

Nato nel 1999 per prevenire l’abbandono alla nascita e sostenere gestanti e madri in difficoltà, ‘Mamma segreta’ è un progetto realizzato in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti, la Asl e il Comune di Prato e poi esteso a tutte le zone distretto socio-sanitarie della Regione Toscana. L’obiettivo del progetto è mettere a disposizione delle donne un percorso di prevenzione e di tutela che permetta loro di affrontare con consapevolezza la propria situazione. Occorre sostenere, accompagnare, informare le donne, affinché le loro scelte siano libere e consapevolmente responsabili anche rispetto al futuro.

Centrale sono anche gli interventi di tutela a favore dei neonati e il conseguente diritto degli adottati a ricevere informazioni sulle proprie origini, tramite la redazione e la conservazione di una documentazione corretta e adeguata. Proprio nell’ottica di garantire ai bambini adottati la possibilità di ricostruire il proprio passato personale e familiare, l’Istituto degli Innocenti ha promosso - insieme al Centro regionale di documentazione per l'infanzia e l'adolescenza e la Regione Toscana in collaborazione con la rete dei Centri Adozione di Area Vasta - il progetto SerIO, Servizio per le informazioni sulle origini.

Nato in via sperimentale alla fine del 2017, il servizio mira a rafforzare la collaborazione fra i diversi soggetti del “sistema adozioni” toscano e mette a disposizione della persona adottata che vuole ricercare le proprie origini un team di esperti per un’azione di informazione e accompagnamento. Il progetto si avvale, infatti, della collaborazione dei diversi soggetti del sistema delle adozioni toscano e in particolare dei quattro Centri Adozione di Area Vasta con i quali l’Istituto degli Innocenti interagisce costantemente, nel quadro delle attività del Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza.

Il servizio si rivolge ai residenti in Toscana interessati a ricevere orientamento sul procedimento di accesso alle informazioni sulle proprie origini. In base a quanto previsto dall’articolo 28 della legge 184/1983 possono fare richiesta di accesso: gli adottati maggiorenni con più di 25 anni e quelli di età compresa tra i 18 e i 24 anni (per gravi e comprovati motivi attinenti alla salute psicofisica); le famiglie adottive con figlio minorenne, per gravi e comprovati motivi legati alla salute psicofisica del minore. In questi anni di attività, il servizio ha rappresentato un’occasione importante per le tante persone che hanno sentito il bisogno di ricucire il proprio passato personale e familiare.

Nel nostro ordinamento giuridico, infatti, fino a pochi anni fa, il “diritto all’oblio” assicurato alla donna che optava per il parto in anonimato, prevaleva su ogni altra considerazione o richiesta del figlio ultraventicinquenne che desiderava avere accesso alle informazioni sulle origini. È fondamentale che, nel caso in cui la donna abbia partorito in anonimato e che abbia espresso la volontà di non essere nominata sia informata, nella fase di dimissione dall’ospedale, sulla eventualità di un futuro interpello da parte del figlio naturale. Ugualmente il figlio ha diritto che sia adeguatamente conservata, pur nel rispetto della riservatezza, tutta la documentazione relativa alla storia della sua nascita.